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Oggi voglio parlarvi di “rigidità”. Fino a qualche anno fa quando sentivo questa parola pensavo a rigidità climatiche, rigidità al tatto, insomma cose piuttosto comuni che tutti conosciamo. Ora questa parola ha assunto tutt’altro significato in casa nostra. Vediamo qualche esempio?

Il bicchiere sta a sinistra e il tovagliolo rigorosamente a destra: se tutto non è così posizionato non inizia a mangiare. O meglio…non inizierebbe a mangiare. In questi casi, serve molta pazienza e tanta tenacia, a noi sta a convincerlo che può mangiare tranquillamente anche posizionando il bicchiere a destra.

Un’altra rigidità è dover fare sempre le stesse strade per recarsi in posti a lui conosciuti. Anche in questo caso sta in noi non cedere e, soprattutto, non assecondare questo. Le rigidità vanno bloccate dal loro insorgere perché solo così possono sparire in tempi anche molto brevi.

Sinceramente non siamo così bravi da riuscire a bloccare tutte le rigidità che insorgono regolarmente, ma sicuramente diamo importanza a quelle che limiterebbero poi la nostra vita quotidiana e soprattutto la sua. Onestamente, alcune rigidità a volte sono molto utili anche a noi e su queste non interveniamo: un esempio è andare a letto alle 21 in punto o lavarsi rigorosamente le mani dopo pranzo.

In ogni modo, con tanto lavoro e con il metodo giusto stiamo lavorando costantemente su questo fronte, sicuramente non semplice, per fare in modo che lui stesso viva più serenamente ogni tipo di cambiamento. perchè la vita quotidiana è fatta proprio di cambiamenti continui che non devono spaventare!

Oggi ho deciso di parlarvi dell’IMPREVISTO. Penserete che non c’è bisogno poiché per una famiglia tipica con bimbi senza problemi di comunicazione e di autismo è una cosa risolvibile nell’arco di una manciata di minuti, ma per noi non è così.

L’IMPREVISTO è il terrore di noi mamme che ci troviamo a dover programmare ogni piccolo particolare in tutte le uscite che facciamo. Sappiamo per filo e per segno tutto quello che c’è dove andiamo e tutto quello che potrebbe succedere. Tuttavia, puntualmente c’è un IMPREVISTO, come trovarsi davanti alla giostra che proprio quel giorno ha deciso di rimanere chiusa, o quando al bar hanno finito il bombolone alla crema.

Per la maggior parte dei bimbi si tratta di una delusione consolabile con qualche parola o promessa, ma per i bimbi autistici è davvero molto difficile spiegare l’IMPREVISTO. Per questo, ci possono essere comportamenti spiacevoli e a volte difficili da gestire, specie se ci si trova in mezzo a tanta gente (Eh già, la gente spesso è un altro nostro “terrore”.., ma di questo ne parleremo).

Un paio di estati fa, tutto era organizzato per andare al Brucomela, una delle giostre più divertenti per mio figlio. Tutto programmato per arrivare all’orario di apertura ed evitare attese (una delle cose più difficili da sostenere per lui).
Proprio quella sera il gestore decise di aprire mezz’ora dopo! Aspettare fu impossibile, così come spiegare l’imprevisto.
All’epoca avevo molta meno esperienza sulla gestione di queste situazioni e non adottammo nessun metodo se non portarlo via in maniera decisa davanti agli occhi di persone che non capirono assolutamente la situazione.

Più recentemente, decidemmo di andare al parco in una giornata nuovlosa: dopo pochi minuti iniziò a piovere! Non sarebbe stato così semplice farlo scendere dall’altalena se non avessimo avuto una certa esperienza, acquisita sia da precedenti situazioni simili, sia dai tanti insegnamenti ricevuti dalle terapiste.
In quell’occasione, mi limitai a tirare fuori dalla mia borsa – di Mary.. Poppins – un bel pezzo di piadina (Sì, Sì avete letto bene!). Fu molto semplice farlo scendere e dirigerci verso la macchina!

Oggi sicuramente sono più preparata e con qualche valido rinforzo (caramelle, tablet, o cellulare), riesco a gestire il tutto in maniera più adeguata e soprattutto meno traumatica per lui. Queste strategie sono la soluzione al nostro tanto temuto imprevisto, nella maggior parte dei casi.